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Sono nato in una famiglia di credenti.


Quando mio padre morì avevo solo nove anni e dentro di me ci fu un grande dolore, mi ero quasi chiuso in me stesso perché ero molto legato a mio padre.

Ma leggendo la bibbia e pregando ho capito che solo Dio poteva guarire il mio dolore.

In quei giorni il Signore mi è stato sempre più vicino ed io l'ho cercato sempre di più perché avevo bisogno di aggrapparmi a qualcuno.

Prima di accettare Gesù nel mio cuore avevo i miei dubbi perché volevo che le mie preghiere venissero esaudite subito.

Io pregavo sempre per la guarigione di mio padre e mi aspettavo una risposta positiva.

Ma ho capito che Dio ha un piano per tutti noi e Lui sa quando ci deve rispondere e che dobbiamo avere fiducia e pazienza di farci guidare dal Signore.

L'esperienza più bella della mia vita è successa l'anno scorso andando al campeggio come ogni anno, ma quest'ultimo campeggio è stato diverso dagli altri perché proprio in quel campeggio il fratello ha portato uno studio che mi ha fatto riflettere molto sui miei peccati e sulla mia fede.

Infatti il fratello ha parlato di Enoc che camminò con Dio trecento anni e per fede fu rapito perché non vedesse la morte.

Prima credevo che solo dopo la morte avremmo saputo se eravamo salvati o no, in relazione alla nostra condotta.

La frase che ha cambiato la mia vita è stata: "Signore affido a te la mia vita". In quel momento ho provato un senso di sollievo e di pace.

E' sbagliato dire che quando si diventa credenti tutti i problemi sono risolti, che le relazioni con gli altri diventano facili, che la vita è ricca e felice.

Ma con il nostro Signore si supererà ogni difficoltà. Invito a tutti i giovani di fare questa bella esperienza con il Signore, e ringrazio ancora il Signore che mi ha dato una madre affettuosa e premurosa e che fin da piccolo mi ha parlato del Signore.  
Che Dio ci benedica


Guido Fioretto