Frustrato dalla Chiesa, Paul Lim, diciottenne studente di Yale, abbandona la Bibbia. Si definisce ateo, beve molto e punta a una vita di successo. Finché Dio non gli parla, in un posto dove meno se l’aspettava.
Quando avevo nove anni, mia madre mi disse che mio padre era in prigione per accuse inventate. Era un imprenditore, ma sapevo che aveva anche legami politici. La mia famiglia non era molto religiosa, solo di tanto in tanto andavamo in chiesa nel nostro paese, la Corea del Sud. Nessuno mi aveva mai insegnato a pregare, ma ricordo di aver detto: «Dio, se esisti, porta mio padre a casa». Ma non accadde nulla. E col tempo, mi sono arrabbiato con Dio e ho detto: «Tu non esisti, altrimenti hai gettato mio padre in prigione e buttato via la chiave. »
Emarginato nella Chiesa
Solo tre anni dopo mio padre fu rilasciato dalla prigione. Nei tre anni successivi abbiamo vissuto sotto enormi pressioni da parte del governo e alla fine siamo emigrati negli Stati Uniti. Mi aspettavo molto da questa nuova vita. Ma i miei primi anni di scuola sono stati miserabili. Cercai di capire chi fossi veramente.
I miei genitori cominciarono ad andare in chiesa per trovare un collegamento migliore. Non sapevo molto della chiesa e ho pensato di provarci. Il venerdì c’era uno studio biblico che il pastore dei giovani chiamava «BBB»: studio biblico, Burger King e poi bowling. Ma mi sentivo un emarginato: non parlavo la lingua, indossavo i vestiti sbagliati, il taglio di capelli sbagliato, non facevo lo sport giusto, semplicemente non facevo parte delle persone fiche. Nessuno si era seduto con me al Burger King – ma la cosa peggiore è stata giocare a bowling da solo. . . in tutti questi anni non ho trovato un vero amico.
«Sei stato in chiesa?»
Quando sono stato accettato alla Yale University, ero entusiasta: in primo luogo, perché finalmente mi sono allontanato da quella chiesa orribile. E in secondo luogo, perché ora volevo condurre una buona vita a livello intellettuale. È una delle migliori università del mondo con ottimi professori, e uno di loro ci ha detto: «La Bibbia è un libro fantastico, ma non è il tipo di verità su cui basare la propria vita». Parlava degli errori della Bibbia e io, studente diciottenne all’università, l’ho accettato perché il professore aveva una certa autorità e perché volevo solo allontanarmi da tutto quello che dice la Bibbia.
Bevevo molto con i miei amici, facevo festa, ma ogni settimana, quando parlavo al telefono con mia madre, lei mi chiedeva: «Sei stato in chiesa?» Amavo mia madre e non potevo mentirle – così la domenica andavo spesso su una navetta per una comunità coreana, non importava quanto era grande il mio malessere della sera prima.
Il tempo libero
Un giorno mia madre mi chiese di andare ad un convegno cristiano. Mia sorella era fidanzata con un pastore. E fu quel pastore che organizzò quel convegno studentesco. Mia madre mi ha detto di andarci non per Gesù o per la fede, ma per fare bella figura con la mia famiglia.
Fin dal primo momento ho odiato stare lì, il cibo, la gente, il mio futuro cognato, che non sopportavo. . . l’ultima sera, in attesa di poter tornare a casa, alcuni studenti hanno cantato una canzone: «È meglio obbedire che fare sacrifici. Non ho bisogno dei tuoi soldi, voglio la tua vita!» Improvvisamente ho iniziato a singhiozzare. Qualcosa di quella canzone mi ha colpito nel profondo. Una settimana prima avevo detto a mia sorella: «Perché sposi questo perdente? Un povero pastore? Farò un sacco di soldi dopo l’università e ti darò i soldi per sostenere te e il tuo lavoro cristiano. . . »
Ed ora era come se Dio stesse dicendo direttamente a me: «Non ho bisogno dei tuoi soldi, voglio la tua vita!» Non avevo mai pianto da quando avevo nove anni – ma in quel momento tutte le barriere che avevo costruito dentro di me crollarono. Non era letteratura religiosa altamente intellettuale, no, questa semplice canzone mi ha «convertito. » Mio cognato è venuto da me e mi ha chiesto se era tutto a posto. L’ho solo abbracciato e gli ho detto: «Mi dispiace di averti odiato cosi' tanto. . . »
Gioia e confusione
Ho provato una gioia immensa. Per tutta la vita avevo cercato di passare al livello successivo, di ottenere risultati, e ora era come se Dio mi dicesse: «Basta, non devi continuare a cercare, ti tengo stretto!» Ma allo stesso tempo ero molto confuso: e ora? Non avevo mai detto a nessuno dei miei amici che andavo in chiesa di tanto in tanto. . . Come potevo dire ai miei amici di bevute del college che il mio momento clou delle vacanze era che ero diventato cristiano?
Gliel’ho detto e hanno pensato che quella fase sarebbe passata. Ma non è stato così. Il mio sesto semestre è stato il più solitario. Tutti i miei amici facevano festa in continuazione, ma io non volevo più farlo. Invece divorai la Bibbia: l’ho letta sette volte in un semestre! Mi sentivo così solo e volevo solo conoscere meglio Dio. Anche se continuavano a sorgere domande in me, iniziai a credere nella persona dietro la Bibbia. Ancora non capivo perché mio padre fosse finito in prigione e le nostre vite fossero cambiate così drasticamente, ma capivo che la risposta era nella persona di Gesù Cristo.
Domande e risposte
Volevo capire di più sulla Bibbia e così ho frequentato un seminario teologico. Anche in questo caso ho ancora delle domande. Non c’erano dubbi sulla veridicità della Bibbia, ma spesso nelle chiese non è permesso fare queste domande. Ho avuto la fortuna di essere circondato da persone che hanno riflettuto insieme a me su queste questioni. Uno di loro era mio cognato. Mi disse: «So che hai molte domande, ma prego che tu sia sempre circondato da persone che non diranno che le tue domande sono stupide. »
Nell’Università laica in cui insegno, mi vengono spesso poste domande di questo tipo e ci penso insieme ai miei studenti. Ho trovato la mia vocazione, la mia identità. E so che Dio è il miglior allenatore di sempre. Dio mi ha chiesto: «Sei disposto a giocare nella mia squadra?» E questo anche se non sono abbastanza bravo per la squadra. Eppure Dio mi ha chiamato. Questa è per me la grande gioia di seguire Gesù, di essere scoperto da Dio. Ho fatto molte ricerche, pubblicato libri, vinto premi, ma non significa niente. Ciò che conta alla fine è conoscere Gesù.
Traduzione dal tedesco: E. Schembre
Autore: Dr. Paul Lim / Rebekka Schmidt
Fonte: Facebook / Übersetzung: Jesus.ch